Di rane e di mostri
Prima di cominciare a parlare ho cominciato a ritagliare. Così almeno mi hanno raccontato. Mi pare insolito immaginare una bimbetta di poco più di un anno, con in mano le grosse forbici nere della cucina, che ritaglia figure dai cataloghi dei supermercati.
Ma forse già da lì si poteva capire. Doveva essere un’attività che mi rendeva felice. Già più grandina ho chiesto che mi venissero comprati un paio di libri “creativi”. Uno sul disegno e, in seguito, il primo di una lunga serie sugli origami.
Molto prima dell’amore inteso in senso romantico, ho conosciuto l’amore per il processo creativo. Badate bene, non per l’arte o la creatività. No. Proprio il processo creativo. Le regole, i passaggi obbligati, le tecniche che, se seguite, portano a risultati concreti più o meno soddisfacenti.
Ancora oggi, per questa passione in bilico tra arte e tecnica, il mio modello di origami preferito è la rana che salta. Mi ricordo ancora il mio primo tentativo. Ero forse ai primi anni delle elementari, faticavo a capire le istruzioni del libro appena comprato. Sedevo da sola piegata sul tavolo, con un foglio di carta sempre più spiegazzato e liso fra le mani. Poi, girando e rigirando la carta, ho capito il passaggio che mi bloccava, e ho finito la mia prima rana origami. Con un colpetto leggero delle mie piccole dita da bambina l’ho fatta saltellare in avanti. È stata un’emozione semplice. Ma ancora la ricordo. L’aver capito da sola come fare, l’aver sbagliato e testardamente aver continuato fino al successo, quella sensazione ancora mi accompagna. L’amore per il processo creativo, appunto! Non era stata la rana, il risultato finale a piacermi. Quanto la difficoltà incontrata e superata per la sua realizzazione, per fare quel primo timido saltino.
Nel corso degli anni ho acquistato numerosi libri creativi, sulle tecniche più disparate. La mia libreria conta un paio di volumi provenienti dal Giappone sugli origami (non so assolutamente il giapponese, mi baso sui soli diagrammi). Alcuni libri in tedesco su stelle di carta e animali di perline. Un manuale di intaglio a coltello del legno. Un po’ di cucito e lavoro a maglia. Ricamo a chiacchierino. Tecniche varie per la realizzazione di bambole. Nodi cinesi e altro ancora.
Quasi tutto è stato sperimentato, più o meno in maniera approfondita o ripetuta nel corso del tempo. Eppure, poco si trova dei lavori realizzati in casa mia. Perché il mio divertimento è fare le cose. Vedere il risultato finale poco mi importa rispetto alla gioia provata nel tempo che ho impiegato per arrivarci.
Credo sia una delle più belle forme dell’amore, quella che ci accompagnano fin da piccoli per le cose che ci piace fare, quelle attività che ci rendono semplicemente felici. Attività che possono essere fra le più disparate, che sia il perdere tempo a far rane salterine ad origami, che sia suonare solo per se stessi il pianoforte, che sia passeggiare con il proprio cane in una giornata piovosa o starsene soli a leggere un libro sotto le coperte. Ognuno di noi ha qualcosa che ama fare. Che lo rende felice.
Io questo mese ho lavorato così tanto che non ho avuto tempo di proporvi un’attività creativa vera e propria, vi chiedo scusa, sono stati giorni così pesanti e pieni che non ho proprio potuto fermarmi per le ore necessarie a proporvi qualcosa di dignitoso. Mi è mancato quel tempo. Nonostante questo, qualche giorno fa, stanca di tutte quelle corse ho deciso di fermarmi per qualche minuto, prendere una matita e poi un pennarellino nero e cominciare semplicemente a disegnare. Senza un progetto, senza un motivo. Solo per rilassarmi.
Sulla mia agendina dalle pagine bianche ora, in una doppia pagina, ci sono dei mostriciattoli disegnati a fantasia, che non fanno niente di particolare, che non significano niente di particolare, e che non servono assolutamente a nulla. Ma a me il tempo dedicato al loro disegno è servito per ricaricare un po’ le batterie e riuscire ad arrivare intera alla fine di una settimana di fuoco.
Prendersi il tempo necessario per perdere tempo, è un atto d’amore verso quell’unica persona che sarà sempre al nostro fianco. Noi stessi. E allora vi invito, quando ne avete bisogno, o anche solo quando ne avete voglia, a prendervi un po’ di tempo e andare a dedicarlo a quell’attività che amate, per quanto sembri tempo perso non lo è affatto, credetemi, il tempo dedicato ai nostri amori, di qualunque forma, non è mai tempo perso.
Baci
G.
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