Amori bestiali

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Amori bestiali

Ebbene siamo a Febbraio, per antonomasia il mese dell’amore, delle coppie, degli innamorati, delle smancerie, ma soprattutto significa far presente il nostro amore a chi portiamo nel cuore (mo non è che poi siete a posto tutto l’anno eh).

In realtà, come la stragrande maggioranza delle ricorrenze odierne, era una festa pagana, di origine latina per la precisione, che portava il nome di Lupercalia. Era tradizione festeggiarla il 15 di Febbraio in onore del fauno Luperco, di cui i Luperci erano i sacerdoti. In breve la festa si traduceva in due momenti: il sacrificio di capre e un cane innanzi al Lupercale, grotta sacra sul lato Sud-Ovest del Palatino dove sarebbero stati ritrovati Romolo e Remo, e successivamente i Luperci indossavano le pelli degli animali sacrificati, si ungevano la fronte con il loro sangue e correvano intorno al colle percuotendo le donne che si offrivano per donare loro fertilità con le februa (da qui il nome Febbraio), ovvero due strisce di pelle ricavate dalle medesime pelli.

Vi state chiedendo perché non vedete giovani mezzi nudi correre per le strade di Roma sporchi di sangue intenti a frustrate la gente con stracci di pelli? Semplice, come festa pagana venne soppiantata da quella che per noi oggi è il ben conosciuto (e da molti temuto) San Valentino. Festa cristiana, introdotta da papa Gelasio I nel 496 d.C. che celebrava l’amore pudico e casto, ma allo stesso tempo fertile e fruttuoso. Si sa: Non lo fò per piacer mio, ma per far piacere a Dio.

Ma torniamo a noi, volevo parlavi oggi dell’amore, questa incognita grande come il mondo. Amore è tante cose, sia positive ma anche negative. L’amore incondizionato, l’amore inespresso, l’amore tossico. Ognuno di noi ha mille storie da raccontare a riguardo, infatti non era nemmeno di questo che volevo parlarvi. Gli esseri umani emetto tra le 7mila e le 20mila parole al giorno, ma quelli che non ascoltiamo sono esseri che non si esprimono come noi, non hanno un linguaggio che generalmente possiamo capire: gli animali!(sorpresone eh?)

È un fatto risaputo che in natura esistono diversi tipi di rapporti “amorosi”, ci sono animali che scelgono un partner per la vita, ce ne sono altri che si costruiscono harem immensi per garantirsi una discendenza genetica, ce ne sono altri che creano gruppi familiari ma si accoppiano anche con altri esemplari.

 

Avete mai notato quanto siano grandi i leoni marini in confronto alle loro (moltissime) partner? Si tratta di un dimorfismo sessuale: i maschi differiscono molto dalle femmine o per stazza o per aspetto, generalmente si tratta di animali poligami, mentre se hanno dimensioni e aspetto simili è più facile che si tratti di animali che conducono una vita monogama.

 

Nella monogamia possiamo distinguere tra sociale e sessuale. Nel primo caso si costituisce una coppia di animali che insieme si occupano di crescere e accudire i propri cuccioli; la monogamia sessuale invece prevede l’accoppiamento esclusivo con un unico partner.

Circa il 90% degli uccelli è monogamo, trovato un compagno/a se lo tiene per tutta la vita. Parliamo di monogamia sociale, non dico che i genitori siano costretti a stare insieme per i figli, ma quasi. La vita genitoriale di un volatile è piuttosto attiva e impegnata, i pulcini hanno bisogno di cure quasi costanti ed entrambi i genitori sono necessari. Questo porta gli adulti a scegliere con molta cura il proprio partner, alle volte si rende anche necessario un lungo corteggiamento.

Quando viene a mancare il partner o i due non si ritrovano in seguito alle migrazioni o altre cause, l’altro, normalmente, è in grado di “rimettersi in gioco”, ovvero cercare un altro esemplare che diventi il suo compagno. Tuttavia ci sono degli uccelli che questa separazione davvero non la sopportano, arrivando addirittura a lasciarsi morire a loro volta.

Come è potrete ben immaginare, i pappagalli detti “inseparabili” (Agapornis) fanno parte di questa categoria come anche i cigni, che possono trascorrere il resto della vita da soli rifiutando di accoppiarsi con altri, ugualmente fanno le oche: se il loro partner si trova in difficoltà pur di restarvi accanto, abbandonano lo stormo.

Ci sono maschi che prendono la monogamia anche troppo sul serio: per assicurarsi a titolo definitivo una compagna arrivano anche a malmenare o uccidere qualsiasi possibile rivale che le si avvicini, è il caso dell’Urubù dalla testa nera (Coragyps atratus), un avvoltoio particolarmente violento.

La monogamia non è un’esclusiva degli uccelli, si stima che circa il 10% dei mammiferi la pratichi. I più famosi sono i lupi (e i cani randagi) che costituiscono un nucleo familiare piuttosto ampio, si scelgono un partner e ci restano per tutta la loro vita, anche se…è possibile che si lascino sfuggire qualche scappatella. I castori e anche i gibboni sono altri esempi di monogamia sessuale.

La poligamia è invece maggiormente diffusa, come dicevamo prima, più grande è la disparità tra le dimensioni del maschio rispetto alla femmina e più ampio sarà il suo harem. Pensate che il leone marino arriva addirittura ad avere ben cento femmine a sua disposizione. Cento, sì, avete letto bene.

Il Diavolo della Tasmania fa parte di questa categoria, poteva mancare? Certo che no. Di natura è un animale rissoso, questo suo cattivo caratteraccio peggiora quando le femmine vanno in calore, per difendere le sue femmine sfida e combatte con altri maschi. Succede lo stesso a moltissimi altri animali, ma in particolare il gorilla è “legittimato” a combattere con gli altri maschi per costruirsi il proprio harem quando raggiunge la maturità sessuale, intorno ai 12 anni, generalmente riconoscibile perché sulla schiena si fa strada una striscia di un grigio argenteo a simboleggiare proprio la sua forza e a metterlo in mostra con le femmine.

Ma vogliamo parlare di rapporti sessuali fallimentari? Allora mi tocca citarvi le cimici ( che schifo). Animaletti schifosamente inutili e incredibilmente fastidiosi: si accoppiano mediante quella che viene chiamata “inseminazione traumatica“: praticamente la femmina non ha una vagina, ma viene pugnalata più e più volte dal pene ipodermico del maschio che inietta i suoi spermatozoi in zone non ben identificate i quali raggiungono poi le uova fecondandole.

Non posso chiudere senza citarvi gli animali più paciocconi e sessualmente attivi della Terra: i Bonobo. Notoriamente poliamorosi, si basano su una società matriarcale, fanno sesso anche quando non sono in calore e sono gli unici che si guardano negli occhi mentre lo fanno. Insomma per evitare i conflitti i Bonobo fanno sesso, si masturbano tra esemplari dello stesso sesso in modo da abbassare i livelli di stress ed essere tutti felici e contenti!

 

Anna Campanaro

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