ExLibris, come far in modo che non vi rubino i libri.
EX Libris, dal latino, letteralmente “dai libri di…” ha anche declinazioni in altre lingue, ma diciamo che l’originale latino è quello più internazionale… si tratta di un contrassegno (timbro, sigillo o cartellino a stampa) che nasce insieme agli stessi libri inizialmente con lo scopo di indicarne la proprietà (Signore o Convento); spesso includeva anche una maledizione divina, indirizzata all’eventuale ladro che avesse tentato di appropriarsi dei preziosi volumi.
La storia cambia con l’introduzione dei caratteri mobili e la successiva maggior diffusione del libro. I volumi hanno perso di valore, ma una nuova minaccia sorge all’orizzonte… la mancata restituzione del libro prestato! Quante notti insonni a pensare se mai il nostro amico ci restituirà il tanto amato tomo… L’ex libris ricorda il proprietario… e che il libro DEVE tornare a casa!

Exlibris di Knabensberg, il suo soprannome era Igler, parola simile a hedgehog.
L’ex libris nasce come semplice indicazione autografa del proprietario, per diventare col tempo un piccolo oggetto d’arte, con scritte, motti e disegni che del proprietario non ci dicono solo il nome, ma anche gusti, interessi, stile e talvolta professione. Questo cartellino nel corso del tempo è diventato anche un importante tassello nello studio della storia di volumi e intere biblioteche, disperse ma ricostruibili grazie a questi contrassegni.
Col tempo poi il suo scopo è stato offuscato divenendo oggetto d’arte e di collezione, una piccola opera grafica da custodire e scambiare.
L’ex libris, inteso in senso moderno, nasce in Germania, in concomitanza con l’invenzione della stampa a caratteri mobili (San Gutenberg ti ringraziamo!), e serviva inizialmente quale marca tipografica a indicare il nome dello stampatore, una sorta di prima assicurazione pre “diritto d’autore”, in un concetto simile alle insegne di bottega o ai segni delle corporazioni, ma anche precursore dei moderni marchi editoriali.

Exlibris realizzato da Albrecht Dürer (1471-1528)
Con la costituzione delle ricche biblioteche quattrocentesche nasce poi la marca di lettura, che indica l’acquirente dei volumi, il quale non si limita più a scrivere di propria mano il suo nome sul volume, ma grazie a questi piccoli pezzi d’arte può raccontare molto di più di sé.
Spesso le biblioteche erano proprietà di nobili famiglie e l’ex libris conteneva, e a volte coincideva, con lo stemma nobiliare della famiglia. La conoscenza dell’araldica permetteva di riconoscere il proprietario del libro anche qualora non vi fosse altra indicazione se non lo stemma. Si sa, i nobili mettevano il proprio stemma un po’ su tutte le loro proprietà, e i preziosi tomi delle loro biblioteche non facevano eccezione. Per i volumi più belli non si limitavano a inserire l’ex libris sul risguardo, ma lo commissionavano decorato a sbalzo, magari con finitura in foglia d’oro sulle pelli e sul cuoio delle rilegature.
Con la caduta dell’aristocrazia, superato il barocco e le figurazioni neoclassiche, si arriva agli ex libris della nascente borghesia. Priva di blasoni famigliari si avvicina a elementi iconografici fra i più disparati. Con una sempre più ampia diffusione dei libri la produzione di ex libris ha il suo massimo sviluppo! Straordinari artisti si cimentano in questa attività, quali Morris, Klimt, Escher…
Dal XIX la produzione è talmente varia e personale da non essere più riconoscibile uno stile; si rappresenta ora la professione del proprietario, ora un animale nascosto nel nome dello stesso, anche le biblioteche specializzate hanno il loro ex libris relativo ai contenuti dei volumi; non mancano poi i cartellini a soggetto erotico, perle per i collezionisti, chiamati “ex libris prohibitis”.
Avere un proprio ex libris è certamente un gesto di autocompiacimento culturale, e ci vuole una giusta dose di vanità per essere titolari di un proprio ex libris personalizzato. Ma un po’ di vanità non guasta a mio personale parere.
Artisti di fama e anonimi si sono cimentati in questo esercizio di stile: inserire la propria creatività in un piccolo riquadro bianco. Il più delle volte un riquadro verticale, di circa 40 cm quadrati di superficie. All’interno: la dicitura “EX LIBRIS”, il nome del committente e un motto o un’immagine adeguata.
Noi abbiamo provato a cimentarci in questo piccolo esercizio con i loghi di Niente da Dire:
Voi avete un vostro ex libris? Non devo certo insegnarvi ad usare internet per trovare motti e simboli cui ispirarvi per realizzare a mano o al computer un vostro personalissimo cartellino di minaccia… condividete con noi le vostre creazioni!
Se invece vi interessa realizzare personalmente il vostro timbro-exlibris tra queste pagine digitali, vi fornisco qualche consiglio pratico! Seguite il link e cominciate a pensare al soggetto!
Baci
G.
Le informazioni inserite in questo articolo sono tratte principalmente da:
AA.VV., Ex libris: storia, stili, significati, tecniche, collezionismo, Milano, A. Mondadori, 2003.
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