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Star Wars: La forza sarà con noi?

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Star Wars: La forza sarà con noi?

Siamo stati all’anteprima di L’Ascesa di Skywalker, stavamo per arrivare in ritardo, pioveva un sacco, ma ce l’abbiamo fatta. La Forza era con noi.

Ci siamo, alla fine è arrivata. La conclusione della saga di Star Wars. Una degna conclusione? Parliamone.
Ovviamente ci saranno spoiler, avvisati.

La base Starkiller è distrutta e Snoke è morto, ma il Primo Ordine non è mica andato. Poe, Finn e il resto della squadra continua a combatterlo, Rey invece sta continuando il suo addestramento con Leila come maestra. Ecco la prima cosa apprezzabile, la dinamica del gruppo è davvero piacevole, i dialoghi tra loro sono ben fatti e fanno trasparire davvero la forte unione che si è creata, tra Poe che sgrida Rey, Rey che sgrida Poe e un Finn che poverino cerca di mitigare la situazione.
La squadra si sente, riesci subito ad affezionarti al gruppo, che combatte, scherza e affronta la paura insieme.

Tutta la vicenda si sviluppa con avvenimenti molto coinvolgenti, con relazioni che si scoprono con la giusta tempistica, azioni che accadono con una dinamica chiara, tranne che per una scena: quando catturano Chewbecca. Bisogna essere franchi, in un film, se non vediamo mai un bagno, possiamo dire che in quel mondo i bagni non esistono; se non vediamo nessun libro, si assume che in quel mondo il concetto di libro non esista. Ci spieghiamo, in un film un avvenimento succede solo se lo fai vedere in scena o un personaggio lo dice. Quando vediamo Chewbecca salire sul trasporto del Primo Ordine, e subito dopo vediamo quel trasporto partire e essere distrutto da Rey, Chewbecca è appena morto. La dinamica è chiara no? E invece lui era in un altro trasporto. Boom.
Un trasporto che non abbiamo mai visto in scena, e che quindi, come il bagno, non esisteva. E no J.J., se menti così no.

Ma non esageriamo, è solo una scena, tutto il resto succede molto naturalmente. Il problema non sta in quello che succede, ma come vengono legati tutti gli eventi. Cioè, tutto ciò che fanno i personaggi è interessante e coerente, agiscono nella loro caratterizzazione e tutto quanto. Solo che tutte queste parti belle sono legate da una serie enorme di visioni, presentimenti, sensazioni. “Ho avuto una visione, andiamo lì.” “Ho un presentimento, facciamo questo.” “Sento qualcosa, devo andare su quella nave.”
Va bene che c’è la forza, ma l’abuso di presagi rende precari tutti quegli eventi interessanti.

Per esempio è molto più interessante quando dovevano trovare un modo per sbloccare la memoria di 3PO, e Poe consiglia controvoglia un pianeta su cui conosce qualcuno che può aiutarli. Quando lo raggiungono si scopre che Poe aveva fatto parte di una banda e incontrano pure la sua ex. Questo è un modo intelligente di portare avanti la trama, inserire elementi concreti della vita di un personaggio per risolvere una situazione. Poe sapeva esattamente che su quel pianeta avrebbe trovato il suo passato scomodo, non ha “sentito” qualche mistica chiamata. Finn dice almeno tre volte che ha un presentimento quando gli chiedono perché sta facendo qualcosa, non scherziamo, provate a contarle. E lui non ha neanche la scusa della Forza. Perché non fargli dare una risposta interessante? Questo ci chiediamo.

Ma Palpatine? Oh è tornato Palpatine!
Eh già, c’è Palpatine, ed è, beh, Palpatine. È quel Palpatine di episodio VI, esattamente lo stesso, coprite le mani monche e gli occhi vitrei e vedrete che è esattamente uguale. Non è cambiato di una virgola. Arroganza? Superbia? Sceneggiatori pigri? Probabilmente la terza.
Ricapitoliamo: ha perso l’Impero, Vader l’ha tradito, tutte le armi distruggi-pianeti sono esplose e non ha più le mani per lanciare i suoi bei fulmini. Ha perso tutto. Ora cambierà strategia, il rancore lo porterà a ingegnarsi per distruggere quei maledetti jedi in un modo diverso. Chissà come è cambiato dopo la sconfitta. È andato in depressione? Vuole solo vendetta? Ha rinunciato all’Impero?

Nulla di tutto questo, è Palpatine, soltanto Palpatine, nulla di nuovo. A Rey dice le stesse cose che ha detto a Luke, apre allo stesso modo il suo bel lucernario per far vedere la flotta che sta distruggendo la feccia ribelle. E allo stesso modo Rey, come Luke, non cede al Lato Oscuro. L’hanno resuscitato soltanto per farlo morire di nuovo, nella stessa maniera, povero Palpatine.

Questo è il problema principale di L’Ascesa di Skywalker, tante visioni e tanti presentimenti, ma pochi elementi concreti e nuovi che avrebbero potuto arricchire la trama. E dunque, degna conclusione?
Sì e ancora sì. Nonostante le varie forzature ed errori, anche quelle di cui non abbiamo parlato, è Star Wars. Ormai i legami famigliari, le armi apocalittiche, le eterogenee e confuse flotte ribelli contro le perfette e imponenti ammiraglie imperiali. Tutto questo è Star Wars, e ci fa sentire a casa. Una casa in cui ogni giorno si combatte per la libertà, si sta uniti con la propria famiglia, i propri amici, la propria squadra. In cui mille generazioni di jedi vivono in ognuno di noi. In cui non si è mai soli. La Forza era con noi quella sera. La Forza sarà con noi, sempre.

 

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