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Household: la grande storia del piccolo popolo

“Chi non conosce la Storia è condannato a ripeterla.” Parole così significative, soprattutto in questo periodo.

Con questa famosa frase si apre il manuale di Household, gdr che abbiamo provato a Lucca Comics e vincitore del premio per il Gioco di Ruolo dell’Anno 2019. E non poteva accadere in un momento migliore.

Ma andiamo con calma, Household è stato ideato e scritto da Riccardo Sirignano e Simone Formicola e pubblicato da Raven distribution, ed è definito dagli stessi autori “il gioco di ruolo più piccolo del mondo”.

Il gioco si presenta con un’ambientazione totalmente originale, ovvero una casa. Già, solo una casa. Una casa grande sia chiaro. Una bella villa ottocentesca ormai abbandonata dal suo misterioso padrone. E quindi? vi chiederete.

Questa dimora non è totalmente dimenticata, ogni stanza della casa è stata colonizzata da esserini umanoidi, dei piccoli omini in pratica. Ben quattro Piccoli Popoli (così vengono definiti) si sono stanziati sulle scale, nelle credenze, sul lampadario, con veri e propri palazzi e città, che ricordano lo stile del XIX secolo napoleonico.

Personaggi
Le “razze”, o meglio popoli, disponibili sono appunto quattro, con alcune sottorazze: le Fate, graziose creature di antico lignaggio dotate di affascinanti ali; i Boggart, i più fedeli abitanti della casa, generalmente robusti e gran lavoratori; poi ci sono gli Sprighi, eterogeneo popolo legato a varie componenti della casa, fuoco, aria e acqua; infine gli ultimi arrivati, gli Sluagh, forse il popolo più peculiare, dotati di antenne, lunghe orecchie e diversi colori della pelle.

Inoltre esistono sei classi utilizzabili ben strutturate, che lasciano comunque molta libertà al giocatore: Il mestiere delle armi, i Soldati, esperti nella strategia, nel combattimento e nell’uso di armi da fuoco. Gli Eruditi, grandi pensatori e diplomatici, se è vero che gli eserciti difendono le nazioni, è la cultura che le fa progredire. I Cacciatori, esploratori impavidi delle terre selvagge, conoscono tutti i punti deboli delle bestie della casa; che nel nostro caso possono essere ratti e ragni, o se siete molto sfortunati, scorpioni e scolopendre. I Criminali, omini che fanno di tutto per sopravvivere, ingannevoli e scaltri. Poi i Duellanti, onorevoli combattenti all’arma bianca, eroi degni di un romanzo. E infine gli Allevatori, dediti alla cura degli animali pacifici della casa, come gechi, scarabei o topolini.

Tutte queste classi sono soltanto professioni generali del nostro personaggio, indicazioni molto utili e per niente invasive: per esempio una fata duellante non deve essere per forza un onorevole e avvenente guardia imperiale, magari è un imbranato cavaliere, ehm, topoliere, alla ricerca del destriero disperso.

Gli allevatori con i bellissimi disegni di Daniela Giubellini

E i dadi?
Parliamo di tiri, tiri di dadi a sei facce (d6) in questo caso. Dobbiamo essere sinceri, siamo sempre un po’ scettici con i sistemi che si basano sui successi, perché si rischia di arrivare a far piovere anche una decina di dadi sul tavolo, creando un casino assurdo e complicando la lettura dell’esito della prova. Ma ci siamo ricreduti.
In Household si tira un numero di dadi pari a quello dell’abilità, che ha un massimo di sette. I successi però non sono legati al numero su ogni dado o al numero più alto, ma alle combinazioni con numeri uguali: coppie, tris e così via. Questo sistema che abbiamo trovato estremamente semplice da leggere e da imparare, che permette di buttarsi subito nel racconto senza guardare troppi modificatori.

La storia da ricordare
La frase di apertura non è lì solo per fare scena, gli autori hanno gestito la narrativa di Household in un modo particolarmente interessante. Il manuale base e quello dell’espansione “La Saga della Fragile Pace” sono strutturati come un vero e proprio resoconto storico redatto da un omino della casa; scrittore alla ricerca dei discendenti delle persone che hanno avuto un ruolo importante in quegli anni. E i discendenti saremo noi giocatori che rivivremo i racconti delle avventure dei nostri nonni o bisnonni.

Parlando in termini di gioco l’espansione contiene una grande campagna divisa in poco meno di settanta piccole avventure, ognuna giocabile con quattro personaggi pregenerati tra venticinque. Utilissimo per chi è nuovo dei gdr e ha bisogno di qualche riferimento più preciso per iniziare, invece di andare allo sbaraglio. Ovviamente nulla vieta di rielaborare le avventure in maniera personale, giocare con più personaggi o usare personaggi propri.

Ma forse stiamo esagerando, d’altronde sono solo storie. Gli autori ci hanno detto che Household da una parte vuole essere metafora di come noi umani vediamo il mondo. Quei piccoli omini credono che la casa sia il loro intero universo, quando per noi è chiaro che non è così, nella loro mente non appare neanche una lontana idea di ciò che potrebbe esserci all’esterno, ma qualcosa c’era. Nel manuale si fa riferimento a come le razze sono entrate nella casa, e come una volta facevano parte tutti dello stesso popolo. Ma è solo una storia.

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