“Colossal” e il mostro che non ti aspetti

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“Colossal” e il mostro che non ti aspetti

C’è una scena, una singola sequenza di discreta durata a metà del secondo atto, che senza preavviso getta lo spettatore in un momento di profondissimo disagio durante la visione del film “Colossal” di Nacho Vigalondo uscito nel 2016. La scena in questione vede i protagonisti Oscar (Jason Sudeikis) e Gloria (Anne Hathaway) discutere nel bar di cui lui è proprietario e lei cameriera al termine dell’orario di lavoro. Oscar è geloso del fatto che lei abbia passato la notte con un ragazzo e la sottopone a un umiliante surplus di lavoro, costringendola a pulire anche parti del locale che non spetterebbero a lei. Un amico dei due cerca di darle una mano ma Oscar è lapidario e gelido: deve farlo Gloria. La situazione diventa ancora più tesa poco dopo quando l’uomo le propone di bere una birra con lui e lei sa di non volerlo fare per via dei suoi problemi con l’alcool. Lui, però, insiste facendo leva sulla sua certezza relativa al fatto che lei “voglia farlo” e, a questo punto, anche lo spettatore più distaccato inizia a pensare di non avere capito nulla del film che sta guardando. La giornalista Clem Bastow del Sidney Morning Herald ammise, nella sua recensione, di avere abbandonato la sala di fronte a quella sequenza. Non in segno di protesta ma per via dell’accuratezza della scrittura e della interpretazione nel ricordarle un periodo doloroso della propria vita e una relazione malsana all’insegna della prevaricazione psicologica.

Colossal”, quindi, è un film diverso da ciò che sembra. Il primo tentativo del regista spagnolo Vigalondo di cimentarsi con un film holywoodiano, a onor del vero, è uno dei maggiori flop del decennio; costato quindici milioni di dollari ne ha incassati quattro e mezzo con grande fatica. Colpa di una campagna promozionale totalmente sbagliata che ha veicolato l’aspettativa di assistere a una commedia/monster movie con Anne Hathaway che “pilota” un classico kaiju alla Godzilla. Troppo surreale e apparentemente incapace di stabilire quale fosse il target di riferimento da ottenere un qualunque tipo di successo.

Ma, in soldoni, di cosa diavolo parla questo film? Trattasi della storia di una aspirante scrittrice con un serio problema di alcolismo che viene sbattuta fuori di casa dal fidanzato. La ragazza torna nel suo paese natio e incontra un amico d’infanzia che decide di aiutarla e le offre di lavorare nel suo bar. Le cose si fanno complesse quando un gigantesco mostro inizia a imperversare per le strade di Seoul e Gloria scopre che quella creatura, in realtà… è lei stessa! Esiste un punto specifico del paese dove, alle 8:05 di ogni mattina, si crea una sorta di “Cerchio Magico” che, se varcato dalla ragazza, le permette di fare materializzare all’altro capo del mondo un mostro che replica qualsiasi movimento lei compia. Gloria smette di bere dopo essersi accorta di avere abbattuto dei palazzi mentre gesticolava in preda a una sbronza, evidenziando la natura distruttiva della sua dipendenza per sé e per gli altri. Peccato che anche Oscar scopra di poter compiere questo “transfert” (nel suo caso si genera un enorme robot) e inizi ad abusarne.

Se Anne Hathaway pecca di eccessivo overacting a base di tic e smorfie alla lunga stucchevoli, è evidente come il regista abbia svolto un lavoro migliore con Jason Sudeikis. Attore noto quasi esclusivamente per ruoli comici, il buon Jason sfrutta proprio la sua fama per ingannare il pubblico. Il suo Oscar è un uomo simpatico, attraente, pronto ad aiutare gli altri e onorare la sua famiglia; peccato che, dietro quel sorriso e quella stazza, si nasconda un individuo pieno di rancore e delusione che non esiterà a sfogarsi sull’unica donna alle sue dipendenze. Quante volte abbiamo sentito storie come questa? Ragazzi all’apparenza perfetti, veri e propri Principi Azzurri che, all’improvviso, iniziano a manifestare atteggiamenti possessivi e prevaricatori verso le loro compagne, trasformandosi in uno spaventoso incubo.
Colossal” non è un film perfetto. Ha un ritmo discontinuo e sembra cadere vittima delle sue stesse ambizioni. Eppure, più di molti altri film a tema, affronta il controllo che l’uomo cerca di ottenere sulla donna per mezzo dell’oppressione e della violenza con inconsueta efficacia. Concedetegli una opportunità.

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