L’ultima occasione
È uno stupore ancestrale – una meraviglia che sento nascere dal profondo, che mi avvolge e si espande anche fuori dal mio corpo: lo stupore di fronte alla natura.
I movimenti ambientalisti possono avere diverse spinte: chiunque di noi può avere una motivazione diversa per volersi impegnare in un percorso di crescita ecologica. Quello che spesso si sente ripetere è che la Terra troverà un modo di risanare le ferite, non è davvero la Terra il problema, dobbiamo accorgerci di ciò che succede perché siamo noi stessi, l’umanità, in pericolo.
I cambiamenti a cui stiamo assistendo porteranno sicuramente delle conseguenze reali e concrete anche alla vita dell’uomo – nel singolo e nel sociale. Ma la mia motivazione personale va oltre – va ancora oltre. Può essere che la Madre Terra, la natura, trovi un modo di sopravviverci: ma a quale prezzo? Leggendo Da animali a dei, di Yuval Noah Harari, scopro della megafauna australiana e di altre specie estinte a causa dell’uomo già fin dall’antichità. Cerco su internet, e rimango sbalordita davanti alle immagini al pc. Sembrano animali usciti da un buon libro d’avventura. Eppure c’erano, erano reali. E ora non lo sono più.
Mentre i miei piedi si rilassano alla consistenza della sabbia soffice, e i miei occhi confondono il proprio colore con il colore del mare, resti di plastica e di spazzatura mi inquinano il cuore, che si fa pesante. Non c’è giorno che passi senza che io sogni l’infinito: che sia racchiuso nella foresta amazzonica, nei grandi parchi americani, nelle distese di sabbia della Namibia, o nella Savana del Botswana. L’Islanda, con i suoi ghiacci, le isole vulcaniche, la grande barriera corallina. L’infinito giace in natura, dorme quieto, mentre è capace di risvegliare in noi emozioni potenti. O travolge con la passione di ciò che non possiamo capire fino in fondo, né conoscere, eppure amare con ogni nostra parte. Questa sensazione di meraviglia fa parte del mio essere umana, lo sento radicato in me e mi chiedo: cosa sarei, senza tutto questo? Ciò che ci circonda è una ricchezza che ci supera, e ci contiene – siamo parti di essa, noi stessi esseri incredibilmente meravigliosi – ma è una ricchezza tale che dovrebbe esistere anche senza il mio sguardo. Siamo abituati a pensare in modo ego-centrico, antropo-centrico: è normale. Ma a volte c’è qualcosa di così potente che in fondo non posso fare a meno di pensare: che esista pure senza di me, che l’Universo si possa riempire di tutto questo. La bellezza merita di essere preservata per se stessa. E se ho la fortuna di poter assorbire l’energia del pianeta, l’immensa e casuale fortuna di essere nata in un mondo così vasto, e ricco, la assurda fortuna di essere nata con questo sguardo che viene catturato con stupore da ciò che lo circonda…
Se ho questa fortuna e distruggo tutto questo, allora, cosa rimane di me?
Come è possibile che l’uomo possa rimanere indifferente di fronte alla scomparsa di una parte di sé? Come è possibile che l’uomo senta il diritto di essere il centro, il padrone, solo perché ciò che ci circonda non ha i suoi stessi mezzi per combattere questa assurda lotta di potere? Io non voglio parlare di soluzioni: la gravità e la complessità di tutto ciò che abbiamo innescato mi spaventa, e non ho le competenze per parlare di questo. Ma posso parlare di ciò che sento, di ciò che amo, di ciò che la natura ci ha dato e ci può dare anche senza questa folle rincorsa alla crescita.
Sognare dinosauri, creature del passato così lontane da noi da sembrare fantascienza – o sognare animali fantastici, bestiari sovrannaturali, zoologie inventate. Come mai, in questo periodo, siamo così attirati dalla fauna del mondo dell’immaginazione? Siamo attaccati a immagini che ci lasciano senza fiato, che ci suscitano curiosità. Lasciamo spazio alla fantasia, ma ci dimentichiamo delle piccole e quotidiane invenzioni della natura, di ciò che ancora abbiamo accanto a noi, che ancora resiste, lotta per non finire solo disegnato sopra un libro. Animali fantastici e dove trovarli è ambientato nel mondo magico di J. K. Rowling: sfogliamo un manuale di zoologia fantastica, seguiamo una storia su uno schermo, e ridiamo per buffi dettagli o idee geniali. In La vespa che fece il lavaggio del cervello al bruco di Matt Simon, possiamo scoprire le più bizzarre invenzioni evolutive ai problemi della vita: stranezze creative nel mondo animale che ci fanno sentire un po’ in un libro di fantasia e riaccendono la curiosità anche per gli insetti più banali. Jurassic Park ci ha spaventati e tenuti sospesi, attaccati allo schermo o alle pagine del libro, e ora ritorna a farci scoprire questi animali del passato grazie ai nuovi film, insieme a una moltitudine di libri, per bambini e per adulti, che approfittano dell’ondata di interesse per spiegarci qualcosa in più su questi esseri preistorici. L’ultima occasione di Douglas Adams e Mark Cawardine, ci porta alla ricerca delle specie animali che sono oggi in via d’estinzione, specie che rischiano di diventare animali “fantastici” come lo sono diventati proprio i nostri amati dinosauri.
Basta poco: andate in un bosco, o in riva al mare. Ascoltate la Terra, osservate le sue creature. Indagate, studiate, siate curiosi. E poi lottate, per preservare la bellezza, per poterla respirare ancora.
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