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Pikappa insegna: l’integrazione

Che cosa rende una squadra perfetta? Alcuni potranno dire “i due angoli a 45°” altri invece preferiranno quelli a 30 e 60. Battute geometriche a parte, una squadra perfetta è formata dalla totale integrazione dei suoi componenti. Integrazione. Questa parola ultimamente sembra prendere posto nella stanza delle parole poco utilizzate accanto al “rispetto” e alla “coerenza”. C’era però un tempo dove un bambino di 10 anni apprendeva il significato di questa parola per la prima volta.

Gennaio 1999. In edicola usciva PKNA #25, Fuoco Incrociato. Sfogliando le pagine, ora come allora, ci si trova a fare da spettatori a una vicenda che vede protagonisti quattro alieni. Criminali per gli evroniani, la razza di alieni viola e succhia emozioni col desiderio di conquista galattica, eroi della resistenza per i loro popoli. I quattro sono il grossissimo Kurg e il piccolo Yak, che hanno sviluppato una stretta simbiosi, mettendo in comune le loro diverse abilità, il robot ingegnere T99, nato sul pianeta Soma-syntex, e il pilota Tarkoz appartenente alla razza ergoniana (simile per aspetto agli evroniani, ma molto più pacifica).

In seguito a un guasto della nave prigione, nella quale erano detenuti, i quattro si ritrovano precipitati sulla terra e in mezzo al fuoco incrociato di terrestri da un lato e degli evroniani dall’altro.
Quattro alieni di razze diverse con uno scopo comune: Sopravvivere. Il nostro eroe con mantello e scudo extansformer si trova, come suo solito tirato in mezzo in una battagli che non sembra appartenergli ma che lo vedrà risolvere la situazione. Rileggendo una storia come questa a distanza di vent’anni ci si accorge di come possa essere estremamente attuale. Di come un fine comune possa spingere razze diverse a sfruttare le proprie diversità collaborando, integrandosi, per poter superare le difficoltà.

Ma ancora prima, un tema dominante nella storia, è la paura del diverso. Pk all’inizio della viene contattato da Vincent Darko, capo dei servizi segreti del principato di Stahlburg, un piccolo stato tecnologicamente avanzato e con un forte esercito, che assieme alla sua nazione, è spaventato dall’improvvisa comparsa della nave aliena nel loro territorio e “recluta” Pk per sbarazzarsene. Ma anche i quattro alieni, prima di essere collaborativi e cooperanti, si trovano alle prese con una forte divisione tra loro dovuta alla diffidenza, ai sospetti e ai pregiudizi legati alla differenza di razza. La chiave della storia sta nell’unica coppia di alieni che dall’inizio erano già integrati tra loro grazie al rapporto simbiotico delle loro razze. Tale simbiosi è vissuta dai due come una forte amicizia in grado ad un certo punto di rompere il condizionamento mentale effettuato dagli evroniani.

Kurg e Yak col tempo hanno imparato a sfruttare l’uno la forza e l’altro l’intelletto del proprio partner per poter superare assieme le difficoltà.

È importante capire, come ha fatto il vecchio mantello, che le diversità etniche, razziali e culturali sono più utili se integrate piuttosto che affrontate violentemente Nel finale della storia, infatti, i quattro alieni e gli umani, che fino a qualche pagina prima si combattevano tra loro, collaborano integrandosi e sconfiggendo il nemico comune. La storia si conclude con Pk che guardando il cielo dice: “è bello sapere che non siamo soli”. Integrarsi probabilmente vuol dire questo.

Apprezzare che non siamo soli, che le diversità esistono e sono preziose è solo il primo passo verso un mondo dove non servirà prendere in mano un fumetto per imparare cosa vuol dire integrazione.

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