La stirpe delle sirene, tra realtà e sogno

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La stirpe delle sirene, tra realtà e sogno

Moltissimi dei racconti dei nostri genitori e dei nostri nonni sono andati persi negli anni.
Le credenze popolari ritenute storielle per bambini, vengono rilegate nei ricordi, e poi neanche lì. Spazzate via come polvere da uno scaffale.

Si è dibattuto a lungo di quanto di vero ci sia in queste storie, di quanto sia la trasposizione di vecchie tradizioni, riti di passaggio e molto altro ancora.
Così come i vari incontri con creature mitologiche di tutti i tipi.
Bisognerebbe determinare quanto è bene perdere e quanto è importante preservare.

Nel manga di un giovane Kon Satoshi, edito per la prima volta nel 1991 sulla rivista Young Magazine, si narra anche di questo. La stirpe della sirena è incentrato su un uovo che si racconta essere di una creatura marina mitologica, affidato alle cure di una famiglia giapponese che abita in un piccolo e arretrato paesino sul mare. La nuova edizione di Star Comics abbraccia benissimo l’atmosfera del manga.

Antiche promesse

Le sirene, in cambio di questo favore, si impegnano a mantenere il mare tranquillo e pieno di pesci, così che i pescatori e il paese possano andare avanti senza problemi.
L’elemento folclorico onirico è preponderante, come in molte delle opere di Kon.
I suoi personaggi, tramite le loro azioni e le loro riflessioni, osservano la società con occhio critico, con uno sguardo profondo e penetrante.

Ci ricorda che ci sono varie prospettive da cui si può studiare lo stesso problema. Tradizione e modernità non sono per forza da dividere in buona e cattiva, in positiva e negativa. Rimanere ancorati alle abitudini e a modi di fare arretrati ci può portare un disservizio grande tanto quanto la cieca rincorsa verso il nuovo, cancellando tutto ciò che il passato ci può offrire.

Kami e tsunami

In Giappone il concetto di folclore, mitologia e religione è ancora più importante. Molte delle creature fantastiche sono in qualche modo collegate o agli antenati o allo shintoismo, per cui degne di grande rispetto. Farne arrabbiare qualcuna significa scatenare conseguenze nefaste per tutta la società. Che comporta anche un disastro di tipo ambientale, che sia un terremoto o uno tsunami.
Una popolazione come quella giapponese, che ha sempre dovuto avere a che fare con fenomeni di questo tipo, ha ovviamente creato una raccolta di leggende e miti imprescindibili da ciò. Il mare ha un suo spirito, così i monti e i laghi e i vulcani.
Rispettare l’ambiente, così come chi ha vissuto sulla terra prima di noi è un’idea cementata nella cultura di questo paese e in qualche modo viene rispecchiato anche in questa opera di Kon.

Un maestro nel racconto, che non delude mai.
Riesce a tenerti incollato alle pagine anche grazie al non detto, alle ombre e hai dubbi che ti fanno nascere i suoi personaggi. Agisce sul conosciuto, su ciò che abbiamo vicino e che possiamo toccare con mano, a cui ci aggiunge un tocco di misterioso e magico.
Pathos e coinvolgimento dalla prima all’ultima pagina, così come nei film dal primo secondo all’ultimo.
Un maestro che ancora rimpiangiamo.

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