Cara Signora Disney che hai fatto a Mulan?
Cara Signora Disney,
Ti scrivo come se fossi una Signora (tu, non io ovviamente) perché sei ormai così grande e potente da considerarti un’Entità.
Mi rivolgo a te dandoti del tu perché mi sei stata vicina fin dall’infanzia quindi dopotutto un po’ di confidenza c’è.
Devo farti una domanda, la più spontanea che possa sorgere, almeno ultimamente e forse non solo da parte mia: perché?
Troppo generica? Contestualizzo: i live action.
Per live action si intende un film con persone in carne e ossa tratto da qualcosa di cui esiste già una versione animata, e appunto nel caso della Signora Disney sicuramente ricordiamo tanti esempi, come la Carica dei 101 che fu uno dei primi negli anni 90.
I risultati furono molto positivi e dopo una pausa di un decennio, dal 2010 sono iniziati una serie di reboot remake revisioni rimescolamenti dei grandi classici in versione carne e ossa, o a volte peggio, in computer grafica.
Stanno certo riscuotendo un indubbio successo economico, basti guardare gli incassi di Aladdin che ha superato il miliardo di dollari in tutto il mondo oppure il Re Leone che ha perfino fatto meglio e si è già posizionato dietro Avengers: Endgame al box office.
Come ogni cosa molto popolare, ci sono vari schieramenti di chi deve dire la propria opinione, come me in questo caso. E varie polemiche sono sorte a seconda del film in questione: dapprima la Bella e la Bestia ha scontentato alcuni perché la Bestia era troppo fluffy, poi Dumbo… no quello faceva oggettivamente paura.
In Aladdin c’è chi ha protestato per un genio troppo Will Smith, e chi per un Jafar troppo Aladdin; anche noi abbiamo espresso il nostro punto di vista sul più recente Re Leone, ed è qui che voglio soffermarmi, perché, attenzione, non avevo ancora cominciato a blaterare di Cina e non sia mai che io non blateri di Cina.
Ebbene, il Re Leone è uscito in Cina il 12 luglio e al primo weekend di agosto ha incassato 116 milioni di dollari.
Qualche giorno dopo, precisamente il 26 luglio, è uscito Nezha (solo in Cina), ennesima interpretazione del mio amato-odiato Scimmiotto, nella sua versione da principe ribelle in lotta con il Re Drago, che ha incassato 91 milioni nel primo weekend e 243 milioni nel secondo.
Ora, quando si critica la Signora Disney per le sue ultime scelte, che siano etniche o di computer grafica, gli strenui difensori dei suoi interessi con un sopracciglio sollevato e le braccia conserte rispondono “Tsk, coi soldi che fa, evidentemente sta facendo la cosa giusta!”
Ma allora, perché in Cina non funziona? L’argomento non è di interesse sufficiente?
E allora da lontano arriva cavalcando e piroettando su cavalli in fiamme, Mulan, l’eroina cinese con cui non si può sbagliare per conquistare i cuori del paese di mezzo.
Certo, facciamo un bel wuxia dai toni cupi e marziali, come piace ai cinesi.
Senza ironia e senza Mushu, così non si offendono.
Mettiamoci tanto bel girl power che così accontentiamo il trend attuale.
Et voilà.
Di nuovo tutti scontentati.
Perché?
La lista di perché culturali, antropologici, storici, economici potrebbe essere lunghissima, ma c’è una cosa che fa sempre la differenza, ed è il cuore.
E allora, mia Signora e un po’ amica Disney, ti domando: perché invece di rimaneggiare, stereotipare, far finta di cercare nuovi messaggi più accattivanti e ispirati alla moda del momento, non fai semplicemente quello che hai sempre fatto?
Perché non prendi in mano il coraggio di un tempo e ci racconti di nuovo fiabe e favole?
Certo, l’hai sempre fatto a modo tuo, stravolgendo e riavvolgendo le storie, che a volte sono state fin troppo melense, o troppo semplicistiche, o troppo lontane dalla realtà, promettendoci principesse e principi impossibili. Insomma, non ti chiedo di essere perfetta, Signora Disney perché le critiche ci sono sempre state e sempre ci saranno.
Però ti chiedo, di ricominciare a usare il cuore e a voler insegnarci qualcosa, nel tuo modo e nel tuo mondo, perché di fiabe da raccontare ce ne sono ancora tante.
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