Onigiri Calibro 38

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La Balena oltre la Luna: stop alla caccia

 

L’altro giorno sono dovuta scendere in garage per recuperare la valigia, il giorno della partenza si avvicina e dovrei cominciare a prepararmi.

I garage sono quei luoghi magici dove il tempo non passa mai, avete presente? Infatti proprio lì, appeso a una delle pareti, ho trovato questo variopinto puzzle della Raversburger raffigurante uno scenario notturno. Una grande luna perlacea su un cielo glicine in cui alcune balene (forse erano orche? Insomma dei cetacei) volavano. Penso che almeno metà delle persone che leggeranno questo pezzo abbiano un puzzle simile.

Subito mi è venuto in mente che, il 30 Giugno, il Giappone ha ufficialmente abbandonato la IWC, International Whaling Commission e che già Lunedì 1 Luglio sono partite diverse baleniere da alcuni porti giapponesi, Shimonoseki e Kushino, pronte a cacciare di nuovo balene per fini commerciali.

Era il 1946 quando è nata la Commissione internazionale per la caccia alle balene, il cui scopo era quello di assicurare la conservazione delle specie permettendo però una continua uccisione degli animali. In seguito, nel 1982, è stata votata una moratoria della caccia commerciale:

Notwithstanding the other provisions of paragraph 10, catch limits for the killing for commercial purposes of whales from all stocks for the 1986 coastal and the 1985/86 pelagic seasons and thereafter shall be zero. This provision will be kept under review, based upon the best scientific advice, and by 1990 at the latest the Commission will undertake a comprehensive assessment of the effects of this decision on whale stocks and consider modification of this provision and the establishment of other catch limits.

La più grande obiezione che ha sempre mosso il Giappone a questi divieti, viene da una potenziale ragione culturale. La tradizione vuole che da secoli il popolo si cibi di carne di balena e non sarebbe giusto privarsi di questa abitudine definita dagli antenati. Nello stesso modo in cui giustificano la mattanza dei delfini che avviene una volta all’anno. Che suona un po’ come una scusa, ma che voglio comunque prendere in considerazione.

Sebbene io abbia sempre considerato gli elementi fondanti di una civiltà un elemento da proteggere e preservare, mi chiedo se sia corretto mantenere viva una tradizione a scapito di una specie.

Dopo anni che continuavano a cacciare affermando che si trattasse di ricerca scientifica, hanno infine deciso di liberarsi dalle costrizioni della IWC e tornare sul mercato.

Il “bottino” della prima caccia consiste in due balenottere rostrate e ne han venduto la carne a circa 15,000 yen al kg (al cambio attuale più o meno 122 euro). Cifre da capogiro.
Le autorità competenti hanno stabilito un tetto massimo di 227 elementi, per evitare che si ecceda.

È davvero dunque necessario? È un modo per il Primo Ministro per imporsi e per cementare ancora di più l’orgoglio nazionale, perseguendo in ogni angolo possibile tradizioni non fondamentali? Sebbene siano un popolo molto ligio ai regolamenti, la caccia alle balene non è mai stato uno di quegli argomenti in cui hanno mostrato il meglio di sé. Ora che i divieti sono stati tolti cosa succederà?

A causa del nostro e del nostro disinteresse, stiamo lentamente facendo sparire creature in tutto il mondo, e stiamo consumando la Terra.
Così come la nostra stessa morte ci sembra sempre troppo lontana e poco reale, così stiamo gestendo il Pianeta su cui viviamo, senza considerare minimamente che non è eterno.

Love, Monigiri

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