Houston, abbiamo perso la Luna
La Luna è l’unico satellite naturale del pianeta Terra: con il suo pallore siderale illumina la notte fin dall’alba dei tempi, ispirando artisti, poeti e musicisti. Eppure questo astro non è sempre stato al suo posto attuale, pacificamente in orbita a circa 380.000 km da noi. La sua nascita è avvenuta in un’epoca remotissima e in circostanze catastrofiche: un oggetto delle dimensioni di Marte colpì la Terra 4.5 miliardi di anni fa, 50 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare stesso, proiettando in orbita una gran quantità di materiale fuso che sotto l’influenza della gravità si è “raggrumato” e raffreddato, formando il nostro satellite. Ma così come la sua presenza ha svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo della vita sulla Terra, la sua assenza improvvisa sconvolgerebbe ogni cosa.
Cosa accadrebbe dunque se la Luna sparisse improvvisamente? Possiamo immaginarlo andando a scoprire quanto il nostro satellite sia importante per il pianeta, così come lo conosciamo.
Partiamo dall’inizio, nel momento in cui la Luna iniziò a formarsi. L’apocalittico impatto del planetesimo Theia avvenuto 4.5 miliardi di anni fa spazzò via dal pianeta circa metà degli oceani primordiali, rendendo possibile la successiva formazione di una maggior estensione di terre emerse. Altra importantissima conseguenza fu che la collisione modificò l’asse di rotazione terrestre, stabilizzandolo su un angolo di circa 23 gradi rispetto al piano dell’eclittica (ovvero il piano immaginario delineato dall’orbita Terrestre). Tale inclinazione è oggigiorno la responsabile dell’alternarsi delle stagioni e del clima caratteristico del nostro pianeta.
Se la Luna non ci fosse, l’asse di rotazione impazzirebbe a causa della precessione, potendosi ipoteticamente orientare a qualsiasi angolo compreso tra 0 e 90 gradi. Nel secondo caso, in particolare, se l’asse puntasse in direzione del Sole la Terra avrebbe un emisfero quasi costantemente rivolto verso la nostra stella, e l’altro costantemente in ombra. Questo implica che il primo diventerebbe un inferno rovente, mentre l’altro si trasformerebbe in una massiccia calotta glaciale con temperature rigidissime. In ogni caso, il clima ne uscirebbe completamente sconvolto. Svariati millenni or sono, la zona desertica del Sahara era verde e rigogliosa grazie a condizioni climatiche particolarmente miti: sulla base delle fonti storiche dell’epoca che riportano la testimonianza di alcune eclissi totali osservate presso precise città antiche, è stato possibile stabilire che l’inclinazione dell’asse terrestre differiva di un grado rispetto al giorno d’oggi. Un solo grado. Immaginate in proporzione cosa significherebbe una variazione di qualche decina di gradi nell’inclinazione dell’asse di rotazione.
Per quanto riguarda invece gli esseri viventi, la Luna ha influenzato lo sviluppo e le abitudini acquisite da un’infinità di specie. Il mese lunare, ovvero il periodo di tempo impiegato dalla Luna a compiere un’orbita attorno alla Terra tale da riportarla nella stessa posizione rispetto al Sole e al pianeta, vale circa 29 giorni. Il che è un periodo di tempo sospettosamente simile alla durata del ciclo mestruale delle donne. Infatti, si pensa che questa similitudine non sia affatto una coincidenza: nella preistoria, nelle notti di Luna piena (quindi una volta al mese) gli uomini, riuscendo a vedere nell’oscurità, potevano andare a caccia allontanandosi da casa durante qualche giorno. In questo momento, dunque, non era necessario che le donne fossero fertili. Viceversa, le notti senza Luna della fase calante, particolarmente tenebrose, non erano adatte alla caccia: gli uomini restavano dunque a casa con le donne nuovamente in periodo fertile. Tutto ciò per garantire la sopravvivenza della specie.
Per non parlare del fatto che l’agricoltura umana è sincronizzata proprio con le fasi lunari: gli antichi agricoltori si accorsero che organizzando le varie fasi delle piantagioni con il ciclo lunare si poteva ottenere un raccolto più abbondante; ciò e probabilmente dovuto alle piccole differenze nell’attrazione gravitazionale Terra-Luna che modificano l’umidità presente nel terreno e l’irraggiamento notturno, favorendo ora le radici, poi le foglie, etc.
Un altro esempio notevole dell’impatto che il nostro satellite ha sulla vita terrestre, è dato dalle barriere coralline. I coralli della Grande Barriera Corallina in Australia iniziano la loro riproduzione puntualmente durante la Luna Piena del mese di Novembre. Quando la Luna è alta sul mare, ad un preciso momento, inizia il rilascio in acqua di una miriade di cellule riproduttive, che appaiandosi -con un po’ di fortuna- daranno vita ai nuovi piccoli organismi che formano i coralli.
Le barriere coralline rivestono un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino, e non solo. Oltre ad offrire habitat, riparo e nutrimento per moltissime specie, contribuiscono a fissare la CO2 disciolta in mare e a fornire protezione alle zone costiere dall’erosione causata da onde e tempeste tropicali. L’alimentazione umana dipende in larga parte dall’industria ittica: ebbene, senza le barriere coralline i giovani pesci non avrebbero un luogo sicuro in cui crescere, prima di essere pescati. Molte popolazioni soffrirebbero la fame se i reef non prosperassero.
Se siete mai stati a Mont Saint-Michel avrete di sicuro assistito allo spettacolo delle maree: queste sono la più manifesta prova dell’attrazione gravitazionale che la Luna (e in parte minore il Sole) esercita sulle masse d’acqua della Terra. Questa interazione, insieme ad altri fattori quali la forza centrifuga causata dalla rotazione del sistema Terra-Luna rispetto al centro di massa, provoca il periodico spostamento delle masse oceaniche che origina a sua volta l’alzarsi e l’abbassarsi del livello del mare (anche di parecchi metri), fenomeno particolarmente riscontrabile nelle zone costiere: proprio per questo motivo le maree regolano anche la vita della fauna marina di scogliera e dei fondali bassi.
Riassumendo, senza la Luna il clima terrestre sarebbe fuori controllo, l’orologio biologico degli esseri viventi andrebbe in tilt e interi ecosistemi ne risentirebbero in modo drammatico. La Terra diventerebbe di fatto un luogo alquanto inospitale per la vita così come la conosciamo oggi.
Insomma, se perdessimo il nostro satellite sarebbe un vero disastro. Ma dopotutto è rassicurante vederlo lì in cielo, al suo posto, notte dopo notte, non è vero? Eppure, questa è solo un’illusione. La Luna si sta di fatto allontanando dalla Terra, ogni giorno sempre di più, per la precisione di 3.8 cm all’anno. Questa scoperta è stata fatta grazie ad alcuni specchi riflettori che sono stati piazzati sul suolo lunare dalle missioni Apollo: inviando un raggio laser da terra su tali dispositivi e misurando il tempo in cui i fotoni tornano indietro, poiché il valore della velocità della luce nel vuoto è un numero fisso ben preciso, è possibile misurare con grande precisione la distanza Terra-Luna. Ebbene sì, il nostro amato satellite sta lentamente andando alla deriva.
Questo accade a causa di un effetto noto come “attrito mareale”: la Terra ha un periodo di rotazione maggiore rispetto al periodo di rotazione lunare; questo fa sì che i lobi di marea degli oceani non siano allineati con la congiungente Terra-Luna, creando una componente attrattiva opposta al verso di rotazione terrestre. In poche parole, l’effetto mareale della Luna sta progressivamente frenando (di poco) la rotazione terrestre, causando un trasferimento di momento angolare al nostro satellite che si muove su un’orbita via via più distante. Adesso però vi rassicuriamo. Per così dire.
Primo, la Luna non ci abbandonerà mai definitivamente: si calcola che tra circa 50 miliardi di anni Luna e Terra raggiungeranno lo stato di blocco mareale perfetto. Ciò significa che non solo la Luna rivolgerà sempre la stessa faccia verso la Terra, ma anche la Terra rivolgerà sempre la stessa faccia alla Luna. Ergo i lobi di marea saranno perfettamente allineati e la frizione mareale che fa allontanare la Luna cesserà.
Secondo, il Sole ci ucciderà tutti prima. Perlomeno coloro che saranno rimasti sulla Terra. Tra qualche miliardo di anni, molto prima che la Luna possa essersi allontanata troppo, la nostra stella entrerà in una condizione di forte instabilità che precede la fase di gigante rossa: facendo ciò si espanderà fino ad inglobare Venere e forse anche la Terra stessa. In ogni caso, qualunque cosa sia rimasta su questo pianeta tra 4 miliardi di anni verrà spazzata via definitivamente. Perché preoccuparsi dunque? Per allora speriamo di esserci trasferiti su un altro pianeta. Ammesso di essere sopravvissuti fino ad allora.
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