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Chang’é e le esplorazioni lunari

La luna è sempre stata oggetto di ammirazione fin dall’antichità per il suo grande fascino anche solo estetico che riesce a esercitare sull’animo umano, per questo dall’alba dei tempi, leggende e storie si sono susseguite in ogni forma e in ogni continente.

Ecco oggi voglio raccontarvi una leggenda cinese molto popolare, quella di Chang’é, la Luna appunto.
Come per ogni storia tramandata fino a oggi a partire dall’antichità, fate attenzione: ne esistono centinaia di versioni diverse!
Chang’é era una nobile donna celeste sposata con un arciere celeste e insieme vivevano gioiosamente nei cieli celesti. Un giorno al marito Houyi, stretto consigliere del grande Imperatore di Giada (tra molte virgolette, era un po’ lo Zeus del pantheon taoista, anche se non si parla proprio di divinità in questo caso) viene affidata una missione delicata da parte del sommo sovrano. Egli infatti era padre di 10 Soli (non soffermiamoci sull’entità della progenie) che in quanto fanciulli talvolta si comportavano in maniera sconveniente. Nello specifico tutti e dieci avevano circondato il povero pianeta Terra, avvicinandosi pericolosamente e rendendo, come potete immaginare, molto difficile la sopravvivenza della stessa.
Allora il buon Houyi, che era un ottimo arciere ma non aveva molta idea di come gestire dei turbolenti Soli adolescenti, decise di risolvere la situazione a modo suo: con arco e frecce.
Finì così per abbattere 9 soli su 10, lasciandone giusto uno che non poteva poi danneggiare troppo la Terra.
Ebbene, l’Imperatore di Giada, per quanto rallegrato nell’apprendere che la questione Terra fosse stata risolta, fu comprensibilmente meno lieto di conoscere il destino dei suoi nove figli.
Fu inevitabile dunque una punizione per Houyi, che venne bandito dai cieli, insieme alla moglie.
Chang’é non gioì di perdere il suo ruolo celestiale ed essere relegata sulla Terra come una mortale qualunque, ciò faceva sentire il marito così in colpa da fargli decidere di partire e andare alla ricerca dell’elisir di immortalità. Vagò e vagò e infine lo trovò.
Tornato a casa,  prima di vedere la moglie e spiegarle cosa fosse, lasciò incustodita la boccetta che conteneva due porzioni di immortalità; così Chang’é quando la notò, spinta da curiosità la bevve.
Ebbene, una dose singola di quella pozione rendeva immortali, ma doppia?
La fanciulla iniziò ad ascendere verso il cielo; il marito mise subito mano alle frecce, ovviamente, per tirarla giù, ma dato che la volta precedente non era andata benissimo, decise di lasciarla andare. E lei fluttuò fluttuò fino ad arrivare alla Luna, sulla quale da allora è rimasta.

Ma non preoccupatevi, la dolce Chang’é non è sola.
Accanto a lei infatti ci sono altri due fidi eroi leggendari, precisamente un coniglio e un taglialegna.
Il primo se guardate bene la luna, lo vedrete anche voi.
Questa sagoma non vi sembra proprio un coniglio con un pestello e un mortaio in mano? Non tanto?
Beh, io vi racconto lo stesso perché sta lì.
Un vecchio mendicante stava implorando per avere del cibo: una scimmia, una volpe e un coniglio provarono compassione per lui e andarono in cerca di nutrimento per l’anziano. La scimmia tornò con frutti raccolti dagli alberi, mentre la volte catturò dei pesci dal fiume vicino. Il povero coniglio sapeva solo raccogliere l’erba che certo non bastava come nutrimento per il questuante, che li aspettava seduti vicino al fuoco. Non potendo offrire altro, il coniglio si lanciò tra le fiamme per offrire se stesso come pasto. In quello stesso istante, il vecchio si rivelò nella sua vera identità, ossia l’Imperatore di Giada e colpito da questo estremo atto di altruismo, insegnò l’elisir dell’immortalità al coniglio Yutu (che in cinese vuol dire letteralmente Coniglio di giada) che da allora sta sulla luna a confezionare elisir e medicine.

E il taglialegna?
Lui era un boscaiolo che voleva diventare immortale ma non si voleva impegnare. Ebbene sì, voleva che gli fosse in qualche modo dovuto, e questa cosa fece infuriare l’Imperatore di Giada, sempre lui.

Ebbene, la nostra bellissima Chang’é quindi non è sola e in realtà è amatissima tutt’oggi.
Chang’é infatti è anche il nome del programma cinese di esplorazione lunare, sviluppato per l’esplorazione della Luna, appunto, attraverso una serie di lander, rover e missioni per la raccolta di campioni.
Ogni missione prende il nome Chang’é e un numero, per esempio Chang’é 1 è stata la prima missione lunare cinese, lanciata nel 2007 nell’ambito del programma.
Nel 2013 è atterrato il lander Chang’é 3 insieme a un rover di nome Yutu.
Il rover oltre a portare il nome del coniglio che fa compagnia alla “dea” della luna, ha portato con sé un incredibile seguito mediatico: grazie al profilo creato con Weibo (una sorta di Twitter cinese) milioni di persone ne hanno seguito le avventure affezionandosi e scoprendo così tantissime notizie riguardo un ambito così importante come le esplorazioni lunari.
Il web si è sciolto in commozione quando il piccolo seguace di Chang’é si è spento nel marzo 2015, ma sicuramente ha lanciato un trend di interesse mai visto prima.

Dunque conoscere queste leggende sicuramente ci arricchisce culturalmente, ci fa sorridere ma senza dubbio ci permette di conoscere qualcosina in più sul mondo cinese.

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