Un bacio al crocifisso: quando la satira passa inosservata

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Un bacio al crocifisso: quando la satira passa inosservata

E’ cosa oramai nota la satira pungente e dissacrante di Charlie Hebdo, famoso giornale francese che non si fa problemi a racchiudere in vignette grottesche e altamente provocatorie ogni avvenimento, notizia e personaggio del momento, a dispetto di ogni religione o orientamento politico e sessuale.
Molti di noi purtroppo lo conoscono per il sanguinoso attentato avvenuto il 7 Gennaio 2015, che è costato la vita a 17 persone, ed è diventato un simbolo, amato o no, della libertà d’opinione ed espressione artistica in tutto il mondo.
Non staremo qui a parlare di fatti già successi o opinioni discordanti sul loro modo di fare satira, se n’è già parlato fin troppo. Ma c’è una notizia su cui vorremmo soffermarci.

Qualche giorno fa è uscita la nuova copertina del settimanale, in cui è raffigurato Matteo Salvini, Ministro dell’ interno e Vice-Premier del nostro governo, nel famoso atto di baciare il rosario dopo la vittoria alle elezioni europee, immagine già diventata virale. La vignetta in questione mostra Gesù Cristo che non gradisce molto il gesto d’amore del ministro, commentando con la frase “In realtà ti dico che hai l’alito che puzza!”, e infiocchettando il tutto con una sonora bestemmia. Niente di nuovo sul fronte occidentale, insomma, parliamo di Charlie Hebdo. Non è la prima volta che fanno sfoggio di una così marcata blasfemia e Salvini è già stato nel mirino del settimanale e credo proprio che non sarà l’ultima volta.
Però una cosa nuova in realtà c’è.
Nel web la vignetta è irrintracciabile
Abbiamo passato un intero pomeriggio a cercarla: Niente,nisba, nada de nada. Zero spaccato. Nessun sito d’informazione la mostra, nessun articolo sul fatto la possiede, nessun social network l’ha condivisa o citata. Nemmeno sul sito ufficiale del giornale è mostrata: L’unica immagine che reperibile della vignetta fantasma è in un sito d’informazione poco conosciuto, ma è letteralmente troppo sfocata, la riportiamo
“Perché?” La domanda è balenata in un attimo nel nostro cervello.

Il settimanale francese ci ha mostrato vignette nettamente più dissacratorie e “Black” rispetto a quella di cui stiamo parlando: il terremoto ad Amatrice, il crollo del ponte di Genova, la catastrofe di Rigopiano; tutte rigorosamente condivise e commentate su tutti i siti e social network,mostrando in bella vista il disegno incriminante. Perché invece nessuno parla di un immagine di un Gesù Cristo che bestemmia mentre viene baciato da un ministro italiano bersagliato ormai da tutti? Perché viene trascurata?
Non possiamo dare una risposta sicura, solo un’ipotesi. Nata dalla consapevolezza di ciò che ci circonda in questo nostro tempo, soprattutto in questo determinato periodo. Datemi ascolto, proviamo a immaginarla insieme, questa ipotesi.
Ipotizziamo che qualcuno decida che quella vignetta, una vignetta di un Salvini che bacia un Cristo che bestemmia disgustato, non vada bene. E fin troppo blasfema e offensiva, va tolta. Ma non può farlo, perché lo sanno tutti che quando qualcosa viene caricato su Internet, è impossibile rimuoverla definitivamente; e lui non vuole di certo che la rimozione sia di dominio pubblico, ciò metterebbe sotto i riflettori la suddetta immagine, dandole fin troppa attenzione. Perciò quel qualcuno decide di utilizzare un escamotage più astuto: la nasconde, l’oscura proprio sotto il naso dei fruitori di Internet, senza esser visto, senza far rumore. Sa che nessuno farà domande perché nessuno l’andrà a cercare. Non cercheranno la notizia che ne parla, o l’articolo scritto da giornalisti indipendenti che nessuno conosce, perché se non trovano un link o un post su Facebook, un accenno su Twitter o una foto su Instagram, allora la vignetta non esiste.
O peggio, a nessuno interessa.
Perché non suscita scalpore, vergogna, indignazione. Non abbastanza, almeno. Perché quando vedi un’immagine di Charlie Hebdo ti aspetti che sia qualcosa che sia particolarmente offensivo e vergognoso, qualcosa che ti faccia scrivere imbufalito, con il caps lock rigorosamente inserito, frasi colme di offese e parolacce verso quei quattro “mangiarane” che “Non fanno satira,loro! Si divertono solo a ridere sulle tragedie della gente!”, dimenticandoti di capire cos’è veramente la satira: Una critica mordace su qualcosa di cui bisogna parlare e dare la giusta attenzione.
Certe vignette sono scontate, certe notizie sanno di già visto. Non ti va di cercarle, non ti curi di trovarle se non fanno scalpore. Passano inosservate, diventano fantasmi che non puoi più vedere, perché quel qualcuno ha già provveduto a nasconderle ai tuoi occhi.

Lo ammettiamo, quest’ipotesi ci fa pensare. Perché le catastrofi più gravi vengono precedute sempre da piccoli segnali: una vignetta che scompare, una notizia che passa inosservata, un interesse che si affievolisce, persone che non si pongono più domande.

Ma potrebbe essere anche una incredibile coincidenza, ci sono anche dubbi sulla sua effettiva veridicità.

Testi di Valerio Angelucci

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