Ma accettati tu: il ruolo del Personal Trainer
Quando si lavora in quello che ad ampio spettro potremmo definire il settore del fitness si vive costantemente immersi in una grande contraddizione. Perché il mercato attualmente sembra basarsi su un messaggio chiaro quanto confuso: accetta te stesso, e poi cambia. Tra l’altro compra i miei prodotti per cambiare che sono meglio degli altri.
Che il prodotto sia una palestra, una lezione di personal trainer, una crema, un pasto, una pastiglia o quello che volete, il concetto sembra sempre lo stesso. Sei splendida così come sei, adesso però cambia.
Perché mantenere una base di forma fisica è piuttosto facile. Non che la gente lo faccia, ma difficile non è. I requisiti sono piuttosto semplici: camminare tanto, fare le scale, fare 5 minuti 5 di piegamenti, mangiare decentemente, fare sesso e bere tanta acqua. Non ci vuole esattamente uno sforzo incredibile. Basta fare qualcosina e farla tutti i giorni senza farsi prendere dall’ossessione e diventare pelati ma imbattibili alla Saitama.
Perché allora questa grossa contraddizione? Perché accettarti per quello che sei è facile quando ti vai bene, ma quando ti fai schifo non è poi così tanto una passeggiata. Soprattutto quando le cose che davvero non ci piacciono di noi non sono come un filo di pancetta che possiamo perdere in un paio di mesi. Sono cose che ci dobbiamo tenere, o che magari richiedono sforzi estremi, come affrontare pericoli, clinici se non sociali.
Ti dicono “accettati così come sei!”, e ti viene da gridargli “ma accettati tu!” possibilmente con un’ascia, mentre pianifichi come fare a diventare più come vuoi rispetto a come sei, magari senza farlo sapere troppo in giro, perché se i tuoi cambiamenti non piaceranno poi ci sarà pure un’altra battaglia da affrontare.
Qui però entriamo in scena noi, i professionisti del fitness, gli araldi della camminata in salita, gli agenti del cambiamento, i maestri della supercazzola alla stevia. Zero calorie, zero carboidrati, zero tutto. Pronti a tutto ma capaci di niente. Si scherza, ma chi come me fa questo mestiere da un po’ di anni sa bene di cosa sto parlando. Perché spesso quando parli con uno che del fitness ha fatto il suo lavoro sembra di parlare con un tuttologo pronto a risolvere qualsiasi sia il tuo problema, anche se spesso i problemi delle persone nulla hanno a che vedere con la loro forma fisica ed il meglio che tu possa fare come esperto è indirizzarli verso chi è sicuramente meglio attrezzato a risolvere una situazione particolare.
I professionisti del fitness degni di questo nome saranno invece a tua disposizione fondamentalmente per due motivi: rendere realistiche le tue aspettative e guidarti mano nella mano fino al raggiungimento del tuo risultato.
Rendere realistiche le aspettative è importante, e viene subito dopo l’aver davvero ascoltato le richieste della gente. Perché ti chiedono di tutto, quando sei un personal trainer, di tutto. Arrivano con le foto delle loro instablogger preferite, dei loro idoli e ti dicono “io voglio diventare così”, e tu devi spiegargli che magari così non puoi diventare, perché 25cm di altezza non te li posso regalare e non siamo in Aladdin dove se mi strofini ti faccio lo sconto ed esaudisco tre desideri. Però bisogna saperlo dire bene, perché non siamo degli psicologi ma l’argomento che trattiamo è delicatissimo. Incredibilmente delicato. E da professionista ti ritrovi solo, a lottare contro una vita di messaggi che fondamentalmente hanno incessantemente ed inesorabilmente ripetuto sempre la stessa identica cosa, da ogni direzione e ad ogni ora: “cambiare è facile”.
E tu come glielo spieghi adesso, che non è poi così facile, che essere in forma è semplice, ma che cambiare sé stessi non lo è. Come glielo spieghi che va bene davvero così com’è e la felicità non è legata agli addominali, ma che poi in Dragonball tutti vogliono essere Goku e nessuno Majin-Bu. Che se vuole raggiungere i suoi risultati dovrà davvero mettersi di impegno, contro una società che ti dice che vai bene così come sei ma che poi sembra regalare il successo a chi è come vorresti essere, in quella grande illusione che sono i media.
Poi ho capito. Ho capito che cambiare non va bene ma che non vuol dire che siamo a posto così. Migliorare, quello è il punto. Non cambiare sé stessi, non c’è niente da cambiare, ma migliorare sé stessi, quello si. Far riflettere le persone sugli aspetti che potranno davvero fare la differenza ed insegnare loro come farli progredire. Noi in effetti siamo li per quello. Per aiutare la gente a trovare la strada giusta nella propria forma fisica, dare una mano quando la situazione lo richiede, prendere coscienza di sé stessi facendo raggiungere i propri risultati cosicché ognuno possa migliorare il proprio corpo e la propria vita, lasciando i detrattori, alla fine del percorso, senza niente da dire.
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