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Il riscaldamento globale, anche se fa freddo

Questi sono tempi bui, non lo si può negare. Con questa citazione tratta da Harry Potter e l’Ordine della Fenice non ci riferiamo all’ascesa di un potente mago oscuro, ma ad un problema reale e concreto che potrebbe avere sul nostro pianeta ripercussioni ben peggiori di tutte le maledizioni di Lord Voldemort messe insieme, più potente del cannone ribelle di Hoth.

Sulla base (ribelle) delle osservazioni condotte negli ultimi anni, la comunità scientifica concorda unanime sul fatto che le attività umane abbiano innescato un mutamento globale del clima con conseguente aumento della temperatura media sulla Terra. Ma andiamo per ordine. Parlando di temperatura, la Terra è un pianeta così accogliente poiché è dotata di un’atmosfera che ci isola dal vuoto cosmico dello spazio. È ricca di ossigeno che possiamo respirare, ci regala stupendi tramonti rossastri, e soprattutto si comporta come una gigantesca serra che ci mantiene al calduccio, rispetto ai -270°C del vuoto cosmico. Questo gradevole tepore è dovuto proprio al cosiddetto “effetto serra”: alcuni gas (anidride carbonica e vapore acqueo in primis) risultano trasparenti alla radiazione in arrivo dal Sole, ma sono in grado di trattenere la componente infrarossa emessa dal suolo e dall’atmosfera stessa. Cos’è la radiazione infrarossa? In una parola: calore.

Il fatto è il seguente. Prima dell’era industriale, dunque prima che l’uomo iniziasse a immettere nell’atmosfera grandi quantità di gas serra a seguito delle sue attività, l’effetto serra naturale del pianeta era in equilibrio. La radiazione solare penetra l’atmosfera, una parte viene trattenuta, un’altra parte viene rimandata nello spazio, e la temperatura media terrestre si mantiene circa costante su lunghi intervalli di tempo. Oggi sappiamo che questo equilibrio è estremamente delicato, ma forse lo abbiamo realizzato troppo tardi. In natura esistono fonti naturali di gas serra (incendi, eruzioni, attività animali, decomposizione delle sostanze organiche, etc), ma lo sviluppo umano degli ultimi tempi ha incrementato vertiginosamente il riversarsi di queste sostanze nell’atmosfera per vie artificiali. E quando qualcosa finisce nell’ambiente non “sparisce” magicamente, ma si accumula per anni e anni facendo sentire i suoi effetti sulle note di un valzer di chimica e fisica danzato su scala globale. Con un ritmo che pare volgere sempre di più verso una forsennata tarantella.

In conseguenza delle emissioni si avrà, o meglio, stiamo già osservando l’aumentare della temperatura media globale: ormai siamo già a +1°C circa, solo nell’ultimo secolo. E quindi? Ce ne andiamo tutti al mare? Spesso leggiamo sui giornali titoli come “Maggio al gelo, in barba al riscaldamento globale” oppure “Nevicata ad aprile, alla faccia del cambiamento climatico”. Questi articoli scritti da persone poco raccomandabili (sul piano scientifico, sia chiaro) sfruttano eventi meteo inusuali per contestare l’effettiva presenza del mutamento climatico in atto sul pianeta. Ribadiamo, mutamento già in atto e osservato. Una nevicata straordinaria, o un mese di maggio particolarmente rigido non bastano per confutarlo: dobbiamo fare a questo punto un’importante distinzione tra “meteorologia” e “climatologia”. La prima studia e cerca di prevedere le condizioni atmosferiche in un dato luogo in un dato momento; la seconda studia invece il clima su scale temporali che coprono decenni. Capite dunque che un giorno di particolare freddo non ha alcun impatto sull’evolversi delle temperature globali di un intero secolo. Diffidate quindi da chi vi dice che il riscaldamento globale è una bufala solo perché il 15 giugno non può ancora girare a maniche corte o si è trovato una nevicata del doppio abbondante rispetto a quella di tre anni prima.

Le conseguenze di questa che ormai potremmo definire “crisi climatica” in realtà saranno tutt’altro che trascurabili. Se le temperature continueranno ad aumentare si avranno eventi meteorologici sempre più violenti e frequenti, anche in zone da sempre considerate “tranquille”. Le calotte polari e i ghiacciai, già fortemente compromessi, si ritireranno fino a sparire completamente, facendo aumentare il livello del mare con effetti devastanti sulle zone costiere. Il nostro pianeta, un tempo accogliente, diventerà un luogo sempre più inospitale per la vita. Solo per citarne qualcuna. E al momento non abbiamo un luogo migliore su cui trasferirci una volta che l’astronave madre-Terra sarà compromessa. In un tempo relativamente breve siamo riusciti a distruggere equilibri naturali millenari: ora tocca a noi rimettere le cose a posto, o perlomeno arginare il più possibile il problema prima che sia troppo tardi. Pensate: anche se azzerassimo le emissioni di gas serra in questo istante, il pianeta impiegherebbe comunque un tempo lunghissimo a ristabilirsi. È necessario che i governi di tutto il mondo adottino politiche sostenibili per un futuro più pulito, perché altrimenti non ci sarà proprio alcun futuro.

Certo, trovarci di fronte ad una realtà così vasta e complessa è disarmante, ma cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Adottare soluzioni che riducano le nostre emissioni: quando possibile usare la bici, andare a piedi, o con il trasporto pubblico. Utilizzare lampadine a basso consumo, acquistare prodotti locali. E soprattutto informarsi, studiare l’argomento, parlarne con amici e conoscenti con lo scopo di sensibilizzare la società su questi temi per agire insieme. È necessario più che mai, perché le conseguenze del cambiamento climatico saranno per ogni abitante di questo pianeta, e la responsabilità di salvaguardarlo è solo di noi esseri umani. Ormai saremo anche abituati all’usa e getta.

Ma non abbiamo una seconda Terra.

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