Lady Viova

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Mille e una vita

Un individuo può vivere mille vite, ma finisce per viverne una sola.
Così l’antropologo Clifford Geertz ha spiegato, in poche parole, la mia paura più grande. Forse Geertz ha spiegato la paura più grande della maggior parte di noi, indecisi fino all’ultimo e sognatori. Non si tratta solo di studio, lavoro o affetti: si tratta di ogni sfumatura, di ogni possibilità scartata, di ogni alternativa che forse ci avrebbe resi più felici. Nostalgici per un passato in cui le strade sembravano infinite, malinconici per tutte le emozioni che nella vita non potremo mai provare, curiosi di scoprire cosa significhi non essere noi stessi, e non per mancato amor proprio, ma per l’ebbrezza e l’eccitazione di sentire ogni cosa, vivere anche l’esperienza a noi più lontana.
Sliding doors, ma non solo. Sembrerebbe la storia di chi vuole tutto, e non si riesce ad accontentare di una vita che riserva ogni giorno, comunque, incredibili emozioni. Ma è la storia di chi sa immaginare quante vite si possono diramare da uno stesso tronco: e chissà dove ci potrebbero portare, a vedere chissà quali panorami, a imparare ciò che oggi non possiamo imparare. La storia di chi ha paura di scegliere, ma sa anche che siamo tenuti a scegliere, sempre, anche quando crediamo di poter uscire dagli schemi. Esseri metamorfici che cambiano solo di pelle e di casa, che anelano a un’infanzia in cui tutto era ancora da scoprire e in cui forse, davvero, avevamo la libertà di decidere tra mille e mille vite.
Sembrerebbe una storia triste, con un finale forse un po’ cinico e amaro. Ma è la storia di chi, a pochi anni d’età, ha trovato un libro. Insomma, non uno solo: ne ha trovati decine, centinaia, tanti che sono impossibili da contare. La storia di chi, a un certo punto, si è reso conto che sì, doveva scegliere su quale strada camminare, ma aveva uno zaino pieno di storie sulle spalle.
Non ho più così tanta paura, quando leggo un libro. Quando mi lascio guidare dai sentieri invisibili delle sue parole, consapevole che verrò condotta lì dove non avrei mai potuto immaginare – o vivere in questa sola e limitata vita. Non ho più così tanta paura: sono stata altro, sono stata altrove e ogni volta che finisco un libro mi chiedo dove sarò domani, chiusa nello spazio infinito e meraviglioso di una nuova lettura.

Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stessoDaniel Pennac

Le possibilità così divengono incalcolabili avventure, vissute anche nello spazio del fantastico, avanti nel tempo, in mondi immaginari, o con poteri sovrannaturali. Non ci sono più limiti. Possiamo essere ovunque, anche là dove la realtà non impone il suo timbro. Possiamo essere chiunque – cambiarci nel profondo, sperimentare sentimenti nuovi, conoscere e comprendere ciò che non appartiene alla nostra quotidianità.

Leggere, leggere un libro – per me è questa l’esplorazione dell’universo.Marguerite Duras

Studi di neuronarratologia si occupano di mostrare come la lettura – tramite i neuroni specchio, per esempio – ci faccia vivere ciò che nella vita non ci capiterebbe di sperimentare. Il linguaggio e il simbolismo estendono la nostra esperienza oltre ciò che è sensibilmente esperibile e presente. Interiorizziamo ciò che leggiamo, ma in realtà non abbiamo bisogno che ce lo dica la scienza, per lo più, ce lo può confermare. Anzi, tra le magie della lettura, c’è da includere anche che impariamo come reagire spontaneamente ad ambienti a noi sconosciuti, leggendolo in una storia, ascoltandolo in un racconto, giocando a un videogioco. Insomma, in caso di necessità, tutti noi, davanti a un cane a tre teste, senza pensarci nemmeno, ci metteremmo a suonare della musica.
In fondo, questa è una storia che tutto sommato finisce bene. E per rispondere a Geertz si potrebbe dire: un individuo può vivere una vita sola, ma finisce per viverne altre mille. Attraverso ogni storia.

3 comments

  1. Kiki🌿
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    Veramente molto bello, complimenti, grazie per la condivisione e per la magia delle parole.

  2. Bizzotto Michael
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    Grande Lady Viova! Continua così, una parola alla volta.

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